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Caso di Sciacca

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...terra di mare...terra d'amare...


Caso di Sciacca

Allo scoccare della "Guerra del Vespro", nel 1282, gli abitanti si associano immediatamente allo slancio dei conterranei: risultato, l'eroica difesa alla guida di Federico Incisa che, nell'agosto 1303, respinge decisamente dalle inviolate mura Carlo di Valois. La celeberrima "Pace di Caltabellotta" è solo un corollario dell'evento.

La città non conosce solo imprese guerresche, ma vive in modo estremamente civile, come documenta il "Libro Rosso" della Biblioteca Comunale. Qui, nelle "consuetudini" medievali, è registrata la famosa rubrica "De Balneis", che regola minuziosamente l'uso delle acque termali.
Tutto il '300 scorre praticamente tra due grandi personalità: l'Incisa e Guglielmo Peralta. Il primo, crea il presupposto per l'ampliamento della cinta muraria dalla Porta Bagni ad est a quella del Salvatore ad ovest, dalla Porta di Mare a sud a quella di S. Calogero a nord. Solo il '500, con l'intervento del viceré De Vega, vede un ulteriore ampliamento, qual è praticamente rimasto sino alla seconda guerra mondiale.

Il Peralta, per conto suo, diviene uno dei quattro Vicari di Sicilia e, dopo aver battuto moneta in proprio, edifica la Chiesa di Santa Maria dell'Itria ed il Castello Nuovo, ambedue nella parte alta dell'abitato.
Sciacca è una comunità ricca. Dal suo caricatore prospiciente il mare partono derrate e mercanzie di ogni tipo provenienti dall'entroterra; al caricatore fanno quotidianamente capo le colonie dei Pisani e Genovesi.

Evento destinato a rimanere nella storia siciliana è il Caso di Sciacca. Pretestuoso diverbio tra le grandi famiglie dei siciliani Perollo e degli spagnoli De Luna, si vuole sia iniziato nell'anno 1400 per le mancate nozze tra la bella e ricchissima Margherita Peralta con Giovanni Perollo. Il Caso trasse invece la sua orgia di sangue e vendette, conclusasi nel 1529 con la barbara fine di Giovanni Perollo junior, da un possedimento contestato.

Tutto il '600 Sciacchitano è praticamente inglobato nella politica spagnola.
Spiccano, in ogni caso, il mecenatismo di Giovan Battista Perollo ed il talento dell'architetto - pittore Michele Blasco; fondatore il primo del collegio dei Gesuiti (oggi Palazzo di Città), autore il secondo della ricostruzione della Chiesa Madre, di affreschi e tele.

Spetta al secolo successivo, il bel gesto degli abitanti in brava difesa dalle truppe austriache del generale Sekendorff. È anche il momento delle arti figurative. Mentre i secoli precedenti avevano registrato i Grandi Fazello e Inveges nella storiografia, Noceto e Bocconi nelle scienze naturali, lo stesso Amodei nella musica, il '700 annovera Tresca e Testone, oltre al notevole Mariano Rossi. Questi onorano la tradizione pittorica rinascimentale facente capo a Riccardo Quartararo, maestro di Antonello da Messina.

La dominazione sabauda passa senza storia, come senza storia si afferma quella borbonica.
Notevoli sono invece le vicende risorgimentali, che vedono all'azione la migliore gioventù locale guidata prima dal frate domenicano Saverio Friscia, poi dall'omonimo cugino. Questi, conosciuto dieci anni di esilio a Parigi, ritorna in Sicilia nel '60, acquista subito la statura di capo rivoluzionario divenendo addirittura il porgitore della proposta dell'indipendenza siciliana presso Garibaldi, che non aveva dimenticato il primo progetto di sbarco in Sicilia proprio per Sciacca.

Friscia, ormai dell'Internazionale di Bakounin, diviene deputato al Parlamento Nazionale dove si fa promotore della causa del porto e dello sfruttamento delle acque termali. Lo stesso faranno Giuseppe Licata e, nel nostro secolo, Onofrio D'Agostino. Con quest'ultimo si apre l'attuale fase del termalismo di Sciacca con nuove iniziative all'attenzione del mondo.

Certo, questo centro è molto più grande che non tremila anni fa. Ma la costante è rimasta intatta: la Città delle Acque ieri, la Città delle Terme oggi.


 

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