Gli anni 50 hanno segnato una svolta decisiva nel carnevale di Sciacca. Dopo gli anni bui della guerra, il senatore Giuseppe Molinari, volendo dare un nuovo volto alla manifestazione, ha avuto l’idea di creare una maschera simbolo che rappresentasse la festa saccense decidendo di scegliere, tra le varie maschere tradizionali italiane, quella di Beppe Nappa (Peppe Nappa per i Saccensi). Da quel giorno il corteo mascherato è stato così aperto da questa figura, assurto a tipica maschera locale, preceduto da un vecchio asino con una grossa chiave a tracolla, simbolo dell’apertura del carnevale di Sciacca. Il carro che ha suscitato scalpore, in quel periodo, è stato “Monteciborio cusi e scusi”, nota con la denominazione di “lu scecu”: l’allegoria di questo carro era un condensato di satira pungente, al limite della censura, nei confronti della vita politica; l’inno composto in versi da Emilio Paladini e musicato dal maestro Giuseppe La Rosa. Sono stati questi gli anni in cui i copioni recitativi hanno assunto un aspetto marcatamente cabarettistico.